GEOGRAFIA FISICA
L’Irianda è un’isola situata all’estremo nord ovest dei continente europeo. La superficie totale dell’isola è di 84.421 chilometri quadrati, di cui 70.282 occupati dalla Repubblica. La lunghezza massima dei paese, da nord a sud, è di 486 chilometri e la larghezza massima, da est a ovest, di 275 chilometri, con 5.631 chilometri di coste. Nessun punto dei paese dista più di 96 chilometri dal mare. L’isola è costituita da un’ampia zona pianeggiante centrale di terreno calcareo, circondata da massicci montuosi di granito e di quarzo. Interrotta qua e là da rilievi, è coperta da laghi e percorsa dal fiume Shannon che, con i suoi 370 chilometri, è il più lungo dell’isola. A est, le montagne di Wicklow premono su Dublino per estendersi poi fino alle Contee di Carlow e Wexford. A ovest, si succedono varie catene montuose, che raggiungono la loro altezza massima nella Contea di Kerry a sud ovest. A ovest dello Shannon si stende un curioso deserto calcareo, il Burren, con grotte e corsi d’acqua sotterranei. Laghi, montagne, vallate si succedono da Galway fino al Donegal.
COSTITUZIONE E GOVERNO
L’irlanda è una democrazia parlamentare e la sua Costituzione stabilisce la forma di governo e definisce i poteri e le funzioni dei Presidente, delle due Camere e dei Governo. Il Parlamento si compone di due Camere: la Camera dei Deputati (Dáil) e il Senato (Seanad). Il Presidente è il Capo dello Stato e, qualora vi sia più di un candidato alla carica, viene eletto direttamente dal popolo. Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro (Taoiseach) che è il Capo dei Governo, responsabile nei confronti dei Dáil.
GAELTACHT
L’irlandese, o gaelico, è una lingua celtica vicina allo scozzese, al gallese e al bretone, ed è stata la lingua usata dalla maggioranza della popolazione fino al 1800. L’irlandese, lingua nazionale, e l’inglese, parlato in tutto il paese, sono le lingue ufficiali. Con il nome di “Gaeltacht” si indicano quelle regioni dei paese in cui la lingua irlandese e la cultura ceitica sono tuttora vive. Tali regioni si trovano per lo più lungo la costa occidentale.
POPOLAZIONE
Su una superficie di 70.282 chilometri quadrati (meno di un quarto dell’italia) l’Irlanda conta circa 3,660,600 abitanti.
Le città principali sono:
Dublino: 1.058.264 (abitanti)
Cork: 179.954 (abitanti)
Limerick: 79.137 (abitanti)
Galway: 57363 (abitanti)
Waterford: 44.155 (abitanti)
LE CONTEE
La Repubblica d’Irlanda è divisa amministrativamente in 26 Contee. Altre sei, a nord est, formano l’Irlanda dei Nord.
CLIMA E STAGIONI
Il clima irlandese è temperato: gli inverni non sono mai rigidi e le estati sono miti. Febbraio è il mese più freddo, con temperature che vanno da 4 a 7 gradi. Luglio e agosto sono i mesi più caldi, con temperature medie tra 14 e 20 gradi, che possono raggiungere punte massime di 25 gradi. Maggio e giugno sono, di solito, i mesi più soleggiati; dicembre e gennaio i più umidi, mentre aprile è generalmente il mese più secco. La pioggia e il bel tempo: piove, non si può negarlo! Ma le lunghe piogge sono rare e il sole non tarda mai a far capolino tra le nuvole, dopo un buon temporale irlandese. Se non si conosce la storia dei paese si rischia di non capire nulla dell’irianda, degli Irlandesi, dei paesaggi che si attraversano, dei monumenti che si visitano, dei villaggi abbandonati che si scorgono qua e là.
L’IRLANDA DEI CELTI (dal 7000 a.C. al 1000 d.C.)
Tutto inizia certamente 7000 anni prima della nostra era a nord di Dublino, quando un popolo rimasto sconosciuto, ma probabilmente originario della penisola iberica, si insedia nella valle dei fiume Boyne. I tumuli di Newgrange (circa 2500 a.C.) appartengono a questa civiltà. Dal V secolo a.C., a ondate successive, arrivano dalla Galizia i Galli e i Celti, che nel I secolo a.C. sono ormai stabilmente insediati nel paese. Sono una popolazione unita dalla stessa lingua e dalla stessa cultura, ma frammentata in una miriade di piccoli reami (fino a 150), sempre in guerra tra loro. Un fatto fondamentale: i Romani non arriveranno mai in Irlanda, che si svilupperà indipendentemente dal resto dell’Europa occidentale. Nel 432 d.C. San Patrizio arriva in Irlanda e, proprio mentre le invasioni barbariche infuriano sul continente, il paese diventa un centro e una roccaforte della cultura cristiana: “l’isola dei Santi e dei Sapienti”. A quest’epoca risalgono gli insediamenti monastici di Giendalough e Cionmacnois, e reperti quali il famoso calice di Ardagh. I monaci irlandesi percorrono in lungo e in largo l’Europa cupa dell’Alto Medioevo e fondano ovunque monasteri: San Gali a San Gallo in Svizzera, San Colombano a Bobbio in Italia, San Killian a Wurzburg in Germania, e altri ancora fino a Luxeuil e a Kiev. Nel frattempo, negli ‘scriptoria’ iriandesi, altri monaci trascrivono le grandi saghe dei Celti e riproducono i testi sacri in splendidi volumi miniati (Book of Keils). C l’età dell’oro irlandese e le testimonianze e i reperti di questo periodo sono innumerevoli: libri, oggetti di oreficeria, monumenti. Verso l’anno 800, l’arrivo degli Scandinavi (i Danesi prima, e i Vichinghi poi) segna la fine di questa età dell’oro. Gli invasori si insediano nei dintorni di Dublino e da qui seminano il terrore in tutto il paese. Fortezze, castelli e anche le curiose torri rotonde vengono costruiti per difendersi dalle loro scorribande. I monasteri sono devastati, ricostruiti, e poi nuovamente devastati, finché nel 1014 il re d’Irlanda, Brian Boru, sconfigge i Vichinghi nella battaglia di Ciontarf. Nei 150 anni che seguono, i vari clan si combattono ferocemente gli uni contro gli altri, ma nonostante ciò si assiste a un certo “rinascimento” dell’arte e della letteratura irlandesi, testimoniato dalla célèbre Abbazia di Mellifont.
L’IRLANDA DEGLI INGLESI (dal XII al XIX secolo)
Nel 1169, chiamato da un reuccio locale in difficoltà, Enrico Il d’Inghilterra invia in Irlanda Richard Strongbow. Nel giro di qualche anno gli Angio-Normanni occupano Dublino e tutta la regione circostante (da allora detta “Pale”, il recinto) e i grandi feudatari si spartiscono i terreni dell’est e dei centro dell’isola. Enrico Il diviene sovrano d’Irlanda e i baroni angio-normanni, tutori dell’ordinamento amministrativo dell’isola, costruiscono chiese e castelli, sviluppano le città e,poco a poco, diventano irlandesi.Nel 1541, con il trionfo della Riforma in Inghilterra, il protettorato si fa più pesante. Enrico Vili diviene re d’Irlanda e muove guerra all’isola rimasta fedeleal Papa. Come in Inghilterra, la Chiesa Cattolica è perseguitata, i monasteri disciolti e soppressi. Quindici anni piùtardi inizia lo sfruttamento agricolo e i coloni inglesi protestanti occupano le terre dei cattolici irlandesi cacciati. Tre rivolte vengono domate e gli ultimi nobili irlandesi sono costretti ad abbandonare il paese (la “Fuga dei Conti”).I due secoli seguenti saranno molto duri: nel 1650 la repressione di Cromweli sconvolge l’isola; nel 1690 la vogliono molto di più: l’indipendenza dei loro paese. Wolfe Tone cerca di ottenere l’appoggio della Francia rivoluzionaria; Hoche fallisce a Bantry nel 1796, Humbert a Kiliala nel 1798 (sarà “l’Anno dei Francesi”), e infine Tone si suicida in prigione. Nel 1800, l’Irlanda è unita all’inghilterra e il Parlamento irlandeseviene sciolto.
VERSO L’IRLANDA DEGLI IRLANDESI
Paradossalmente, è proprio dando agli irlandesi la possibilità di bloccare i lavori dei Parlamento di Londra, a seguito dell’unificazione dei due paesi, che gli inglesi si vedono costretti a mutare la situazione. O’Conneli prima, e Parneli poi, ottengono l’emancipazione dei cattolici e una nuova legge agraria che trasforma l’Irlanda in un paese di piccoli proprietari terrieri. Ma nel frattempo una terribile catastrofe si abbatte sul paese: la Grande Carestia. Nel 1846, e di nuovo nel 1847, un parassita distrugge completamente il raccolto delle patate, principale sostentamento della popolazione. Più di 700.000 irlandesi muoiono e 800.000 emigrano in America. L’irianda si svuota: la popolazione si riduce drasticamente da 8 milioni a 4, e nel 1914 4 milioni e mezzo d’irlandesi hanno ormai lasciato il paese. Nel 1912, il Parlamento di Londra vota la legge per l’autonomia amministrativa dell’isola (Home Rule), ma lo scoppio della Grande Guerra ne ritarda l’applicazione, facendo esplodere lo scontento dei movimenti indipendentisti 8Sinn Fein) che , il giorno di pasqua del 1916, proclamano la Repubblica a Dublino. L’esercito inglese soffoca la rivolta, ma nel 1919 il Sinn Fein vince le elezioni e guida quindi la lotta armata fino al Trattato di Londra dei 1921, con cui l’Irlanda ottiene l’indipendenza, rimanendo “Dominion del Common-wealth”: le 26 contee diventano lo Stato Libero d’Irlanda, mentre le sei contee dell’irianda dei Nord continuano a far parte dei Regno Unito. Una parte della popolazione rifiuta la divisione dell’isola, sancita dal Trattato, e nel 1922-23 la guerra civile sconvolge il paese. Nel 1932 sale al potere De Valera. Nel 1937 viene votata una nuova Costituzione e, nel 1949, gli ultimi legami costituzionali con la Gran Bretagna vengono recisi e l’Irlanda diventa la repubblica d’Irlanda. Nel 1973, il paese entra a far parte dell’Unione Europea.